• homeHome
  • format_list_bulletedChi siamo
  • format_list_bulletedprogetto
  • format_list_bulletedarticoli
  • format_list_bulleteddocumenti
  • assignmentRegistrati
  • account_circleLogin

Vegetariani e Vegani, la differenza



pubblicato il 18 Novembre 2020, aggiornato il 18 Novembre 2020.


Cosa non mangiano i vegetariani?

I vegetariani adottano una dieta priva dei prodotti che prevedono il consumo di parti dell’animale quali la carne ed il pesce.
Parlare di “vegetarianismo” o “vegetarianesimo” è improprio poiché si tratta solo di una scelta personale che riguarda la propria alimentazione.
I vegetariani possono nutrirsi dei derivati animali, quali latticini, uova e miele, nonostante alcuni di loro effettuano una riduzione nella propria dieta di questi alimenti.
Ma i vegetariani, quindi, non mangiano il pesce?
I vegetariani, di base, non mangiano il pesce, ma alcuni di essi adottano un approccio più leggero a questo piano nutrizionale, continuando a mangiare la carne di pesce.
Ci sono altri prodotti che i vegetariani non mangiano?
Sì, tra le altre cose la gelatina alimentare, poi ci sono alcuni altri additivi e coloranti alimentari che non sono adatti ad una dieta vegetariana come la cocciniglia ed i mono-e-digliceridi degli acidi grassi.
Chiaramente, avendo escluso le etichette di “vegetarianesimo” eccetera, ed essendo una scelta strettamente personale, ogni individuo adatta la propria dieta in base alle proprie esigenze ed alle proprie volontà.

A cosa rinunciano i vegani?

I vegani a differenza dei vegetariani, non si nutrono di alcun genere alimentare derivato dall’animale come: carne, pesce, uova, latticini, miele, la gelatina e gli altri additivi sopra citati.
Ma non finisce qui…
Il “veganesimo”, qui possiamo usare questa terminologia, è un vero e proprio stile di vita definito e riconosciuto a livello internazionale, poiché i vegani non adottano solo una dieta alternativa; loro non fanno alcun uso dei prodotti che prevedono lo sfruttamento della vita dell’animale, per esempio la lana, la pelle ed il cuoio, la seta e le pellicce; poi anche di prodotti per l’igiene della casa e della persona, cosmetici e farmaci testati sugli animali.
Inoltre, non approvano gli spettacoli circensi e non condividono né la caccia né la pesca sportiva.
Tra le altre cose, alcuni vegani non fanno uso di alcune farine e dello zucchero raffinato bianco, poiché in alcuni processi di lavorazione di questi ultimi, possono essere implicate sostanze di origine animale.
Chiaramente anche qui ci sono diversi approcci a questo stile di vita, c’è chi non segue tutte queste limitazioni, trattandosi di una scelta personale.

È corretto parlare di “moda” quando si adottano queste diete?

No.
Le diete “alternative” come quelle vegetariane e vegane hanno avuto un rapido incremento negli ultimi anni, è un fatto accertato, ma non è corretto parlare di “moda” o di “influenza” da parte di chi ha già adottato questi piani di nutrizione.
Chi sceglie infatti di limitare i prodotti alimentari lo fa per semplice vocazione, chi perché è animalista o ambientalista oppure chi per i semplici benefici che si possono raggiungere:
Nonostante non ci sia uno studio scientifico che abbia già provato questi effetti, molti vegetariani e vegani dichiarano di essere meno stressati e di controllare maggiormente i propri istinti e la propria rabbia dopo alcune settimane o alcuni mesi senza il consumo della carne.

Ci sono controindicazioni per queste diete?

Non proprio.
Gli esperti nutrizionisti raccomandano di rispettare la cosiddetta “dieta mediterranea”, quindi una dieta ricca di frutta e verdura, semi ed olio di oliva, accompagnata da pasta e pane; un consumo moderato di legumi, latte, formaggi, vino, carni bianche, pesce ed un consumo limitato dei grassi saturi (la maggior parte dei grassi animali) e delle carni rosse. Quindi le diete vegetariane e vegane non sono raccomandate dalla maggior parte degli esperti, poiché molti dei nutrienti e delle sostanze di cui abbiamo bisogno vengono assimilati dalle carni di terra e di acqua; per questo motivo molti di coloro che hanno adottato questa scelta, accompagnano i pasti con integratori alimentari adatti alla propria dieta.

Cosa sono le “plant-based diet”?

Nei paesi "d’oltre oceano" sono sicuramente più comuni e rinomate rispetto al vecchio continente, questo nuovo tipo di alimentazione non è propriamente assimilabile né alla dieta vegetariana, tanto meno quella vegana.
Chi mette in pratica questa dieta effettua una forte riduzione, senza necessariamente arrivarne all'eliminazione, dei prodotti animali in favore di un incremento di prodotti di derivazione vegetale quindi, oltre alla frutta ed alla verdura, grano e farinacei, semi, noci e legumi.
Solitamente siamo abituati ad associare Vegetariano e Vegano ad una caratteristica permanente, ecco che le diete plant-based sono assimilabili anche a periodi limitati, come la gravidanza e l’allattamento oppure semplicemente una dieta che viene pianificata come quella povera dei carboidrati con lo scopo di perdere qualche chilo in eccesso o, come abbiamo detto sopra, per ridurre stress e controllare maggiormente la rabbia.
Presto scriveremo un articolo pienamente dedicato a questo tipo di dieta, quindi continuate a controllare la sezione articoli di Nova Cibvm.

Le diete vegetariane e vegane hanno un'impronta ecologica inferiore?

Per chi anocora non avesse mai sentito parlare di impronta ecologica, ora ne parliamo brevemente:
Ognuno di noi, durante la giornata, in maniera proporzionale al proprio stile di vita, emette una mole di anidride carbonica (il famoso gas serra responsabile del surriscaldamento globale).
Guidare la propria auto, usare l'energia elettrica, accendere il camino o il riscaldamento, o comunque mangiare comporta un'emissione di questo gas.
Per saperne di più sull'impronta ecologica ricorda di controllare la nostra sezione articoli, presto pubblicheremo altri approfondimenti interessanti in merito.
Arriviamo al punto...
Le diete "alternative" di cui abbiamo ampiamente discusso in precedenza hanno un'impronta ecologica inferiore, quindi, chi adotta questi regimi alimentari emette una quantità inferiore di CO2.
Non tutti però sono disposti a rinunciare agli altri cibi, ed è comprensibile; in futuro si dovrà cercare di ridurre l'impronta ecologica derivante dagli allevamenti di bestiame ed acquatici per la salvaguardia dell'ambiente.

Cosa fare quindi per avere un’impronta ecologica minore nella nostra alimentazione, mantenendo una dieta sana?

Bisogna cercare di equilibrare e calibrare il tutto: maggiorare l’apporto di vegetali, mantenere un apporto moderato di carni bianche e di pesce, e limitare il consumo di grassi saturi e delle carni rosse (gli allevamenti di bestiame sono molto gravosi sull’ambiente); evitare prodotti surgelati, preconfezionati e affumicati.
Scegliere prodotti freschi e di stagione ed evitare piatti pronti. Acquistare meno frutta esotica come i datteri e preferire prodotti KM”0” e da agricoltura biologica sono altri accorgimenti che possono essere adottati.
Consumare i prodotti prima della scadenza, e non buttarli rimane sempre la chiave!


Autore: Matteo Cino

 

  • Mappa
  • Info. Privacy
  • Contatti
  • Newsletter
  • Partner :  
  • CSV Monza Lecco Sondrio
  • ATS Brianza